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Un potente popolo germanico, un'intera generazione di barbari capaci di grandi imprese sono gli Svevi di Braga, ma anche e soprattutto una chance contro la Storia - o meglio - contro gli stereotipi del nostro ostinato etnocentrismo. Pregiudizi duri a morire che, per fortuna, stanno ormai cedendo il passo a un esame più complesso, disposto a debiti di riconoscenza nei confronti di molte categorie penalizzate dalla presunta superiorità dell'occidente, com'è avvenuto sopra ogni cosa per i barbari. Gli Svevi di Braga è sì il racconto storico della migrazione che portò i re svevi Ermerico, Rechila e Rechiaro, con le loro donne e i fidati guerrieri, a sfidare con coraggio Roma per fondare l'unico regno foederato in Hispania, ma è anche - in ultima analisi - una storia per quanti amino, e non si stanchino, di interrogare il passato ogni volta che ce ne sia bisogno, alla luce del presente, delle sue emergenze. Non ci fu nessuna schiacciante superiorità di Roma. Ci fu soltanto un incontro tra civiltà profondamente diverse.